I racconti di Antonio Forte
LA MIA PASSIONE PER IL RALLY E' NATA...
ben 16anni or sono, quando sono andato a vedere
la mia prima gara.
Mi trovavo in compagnia di mio padre a Marina Serra di Tricase (Lecce, lungo
la Prova Speciale "TRICASE" del "Rally del Salento", quando
per la prima volta vidi passare una macchina da competizione.
Mi sentivo emozionato, non solo per lo splendore della manifestazione, ma anche
vedendo la gente che osservava quei bolidi che passavano ad alta velocità
entusiasta e ammutolita.
Ero un ragazzino, e vedendo quelle auto sfrecciare a tutta velocità non
ne capivo il fine, ma era uno spettacolo che mi piaceva.
L’anno successivo ritornai nello stesso posto ma, nel frattempo, qualcosa
iniziava a cambiare: mi ero attrezzato con l'elenco degli iscritti e mi impegnavo
a cercare di leggere il numero di gara sulle auto per capire chi fossero gli
equipaggi.
E’ andata avanti così per un po’ di anni. Poi, a l’età
di tredici anni, iniziai a seguire il Rally con più attenzione: iniziai
a comprare le diverese Testate Giornalistiche specializzate e ben presto trasformai
la mia camera da letto in una sala di proiezioni monotematiche...
Sembra quasi un controsenso ma la parte più bella, forse anche perchè
era la più lunga, erano le ricognizioni (che duravano anche 10/15 giorni)
e non la gara (che durava solo un apio di giorni).
Come ogni anno, in primavera inoltrata, arrivava il periodo dellle ricognizioni
ante-gara del Rally del Salento che andavo a vedere, insieme ad alcuni amici,
in località "Santa Maura" a Corsano (Le). Ed era sempre un'avventura
perchè per raggiungere questa località, a pochi Kilometri dallla
cittadina dove vivo, Tricase, utilizzavamo l'unico mezzo di locomozione a Ns.
disposizione: la bicicletta. Una volta giunti sul posto stavamo lì appollaiati
su uno degli infiniti muretti a secco della nostra splendida campagna, ad aspettare
che passasse qualche concorrente; quante ore, quante giornate e quante notti
ho aspettato…
Ma tutto mi sembrava così bello, l’atmosfera che si respirava in
quei giorni è indescrivibile.
I momenti più belli erano quando qualche concorrente, impegnato nelle
ricognizioni pre-gara, si fermava vicino a noi per correggere le note: era quello
il momento giusto, che, puntualmente non ci lasciavamo sfuggire, per avvicinarci
e chiedere loro tutte le informazioni possibili.
Quando mio padre mi regalò il mio primo motorino per me la gioia fu massima:
finalmente potevo andare a vedere le ricognizioni sulle Prove Speciali di Specchia
(Le) e Santa Cesarea Terme (Le) località distanti dai 10 ai 30 Km.
La passione per questo sport era sempre più in crescita.
Ricordo molto bene i momenti trascorsi con alcuni amici di Tricase: da Gianluca
Eremita, a Enzo De Marco, a Bruno Zaminga, a Sandro, a Gianfranco, a Diego Morciano
e tanti altri, tutti più grandi di me.
Ci posizionavamo nei pressi del chiosco sulla Litoranea di Marina Serra di Tricase
ad aspettare che qualcuno provasse. Aspettavamo per ore e, soprattutto la sera
(e la notte) banchettavamo con pizze, patatine, polli allo spiedo e dolci delle
nonne. In più di un'occasione anche gli stessi concorrenti hanno parteciapato
ai nostri famosi barbecue.
Ricordo, in particolare, un pomeriggio dei primi anni novanta: ad un certo punto,
mentre parlavamo, arrivò una Ford Escort Cosworth bianca.
Tutti iniziarono ad andare verso l'auto.
Tutti urlarono: Cunico, Cunico, Cunico…ma io, indifferente, mi avvicinai
e gli chiesi un autografo.
Cunico, oltre all'autografo, mi regalò anche un cappellino Martini e
per me la gioia fu tanta anche perchè non ero l'uno alla ricerca di gadgets...
Dopo un po’ arrivò anche Piero Longhi.
Tutti i miei amici si salutavano con Longhi ed il suo navigatore così
come fanno dei vecchi conoscenti.
Io, invece, ero lì a guardare e basta.
Osservavo con stima l’ottimo rapporto che Gianluca e gli altri erano riusciti
ad instaurare non solo con Longhi e Cunico ma anche con tutti i piloti più
blasonati e quelli locali.
Ma per me, che solo qualche anno prima ero un semplice spettatore, era incredibile
poter essere lì insieme ai miei amici ed ai piloti.
In un'altra occasione, sempre durante le ricognizioni, mentre aspettavo all’inizio
di una Prova Speciale vidi arrivare una Toyota Celica: l'equipaggio, vedendomi
lì capì che aspettavo i partecipanti del rally e si fermò
a salutarmi.
Ero al settimo cielo, non sapevo cosa fare e, preso un pò di coraggio,
mi avvicinai verso l'auto e chiesi chi fossero.
Il pilota si presento come Andrea Dallavilla ed il navigatore Danilo Fappani.
Si trattennero a parlare con me per un bel pò.
Da quel momento iniziai a capire che ero pronto a parlare con qualsiasi pilota.
Iniziai, da subito, a instaurare un bel rapporto anche con i concorrenti locali
come Marco De Marco, Ivan Pisacane, Claudio D’Amico, e tanti altri.
I legami più forti li instaurai proprio con Marco De Marco navigato da
un grande amicone che risponde al nome di Enrico De Lorenzo e Massimiliano Pezzuto.
Proprio con loro due ho iniziato a provare le emozioni del Rally pochè
spesse volte salivo a bordo delle loro auto durante le ricognizioni e qualche
volta anche durante i tests delle vetture da gara.
La cosa si faceva sempre più entusiasmante, più bella ed ero sempre
più "forte", proprio come il mio cognome...
Dopo un po’ di esperienza ero riuscito ad avere un bel rapporto sia con
i piloti salentini che con i "big".
Le soddisfazioni dopo tanti anni di "gavetta" iniziavano ad arrivare:
mi organizzavo per andare insieme con i miei amici a seguire tutto il Rally,
dalla prima prova speciale all’ultima (cosa che faccio tuttora).
Ma di avventure da raccontare ce ne sono tante e non mancherò farlo nella
prossima "puntata"...
Ma la cosa più importante e che posso dire con assoluta certezza è
che il Rally è uno sport bellissimo che offre una possibiltà che
tanti altri sports non offrono: il Rally può e deve essere vissuto da
vicino, anche perché i piloti sono sempre molto disponibili e pieni di
vitalità.
VIVIAMO IL RALLY CON AMORE.
Un saluto a tutti e vi dò appuntamento alla prossima puntata...